lunedì 21 marzo 2011

"La figura di cera": horror, intriso di decadentismo postmoderno, che nasce come sequel de "Il Morso sul collo"


E' uscito a febbraio il romanzo La figura di cera (2011) dello scrittore romano Riccardo D’Anna, per i tipi di Gargoyle. L’autore dichiara che l’idea del suo romanzo è scaturita dalla lettura di quello di Simon Raven, dal titolo Doctors wear scarlet (in Italiano: Il morso sul collo), pubblicato nel 1960 e proposto in traduzione dalla Longanesi nel 1968, ripreso infine da Gargoyle nel 2009 - in una nuova traduzione, revisonata dallo stesso D'Anna.
"Devo all'amicizia con Paolo De Crescenzo se mi sono avventurato, rispetto all'itinerario personale della scrittura, in un territorio non mio. Da anni, ben prima che desse alla casa editrice Gargoyle, mi incitava a misurarmi con un romanzo di genere, regalandomi consigli di lettura e fornendomi alcuni spunti.. Mi sono sempre schermito, pur tenendo l'horror in una certa considerazione,come una delle chiavi che non gira a vuoto nello scrigno del contemporaneo, per attraversarlo e comprenderlo. Insomma: pur essendo avvezzo agli intingoli del diavolo nella cucina di magro, non avevo però mai pensato di mettermi direttamente alla prova. Fino a quando, del tutto inaspettamente, la scintilla è scoccata: proprio un lavoro di revisione linguistica operato su un testo di Gargoyle (...) commissionatomi da Paolo, è stato (...) l'intonazione musicale... dalla quale prendere ispirazione e cominciare a comporre" (p. 183, in "Titoli di coda").
I protagonisti del romanzo di D'Anna si trovano alla prese con una serie di misteriosi suicidi e con la scomparsa dalla tomba del corpo di una marchesa famosa per la sua bellezza e per essere stata amante di Gabriele d’Annunzio. Risulta scomparsa anche una statua di cera con le fattezze della nobildonna, forse creata con pratiche negromantiche e da cui la stessa avrebbe attinto nuova vita.
L’azione, seguendo le tracce della calco di cera scomparso, si sposta a Venezia e successivamente a Berlino, una città che mostra ancora le ferite della guerra, ma dove si possono rinvenire i residui di società segrete legate alle pratiche magiche del nazismo. Quella intrapresa del manipolo di amici implicati nell'avventura, sarà una corsa contro il tempo per sventare il peggio e non priva di pericoli, rischi personali e qualche vittima.

D'Anna, saggista e critico, che si è già cimentato nella scrittura fiction colta ed intimista (Una stagione di fede assoluta, Pequod, 2006) o al romanzo che offre una ricostruzione storica alternativa a eventi realmente accaduti (Saint Ex, Avagliano, 2008) compie con quest'opera il salto alla narrativa di genere, ma a modo suo.

Nel riallacciarsi con il romanzo di Simon Raven, ripartendo esattamente dal punto in cui si era conclusa la storia narrata in "Il morso sul collo" e presentando gli stessi personaggi, ad eccezione di quelli deceduti nella vicenda precedente, offre ai lettori appassionati del genere (ma non solo, perchè ha tutti i numeri per interessare il cultore di letteratura, o di storia dell'arte o del costume) un romanzo che è assieme horror (decadente e, a tratti, estetizzante) e saggio storico e di costume.

Le vicende - come già detto - si dipanano tra Londra, Venezia e Berlino alla fine degli anni Cinquanta, ancora in pieno dopoguerra e pre-Muro di Berlino, consentendo di gettare uno sguardo sul decadentismo dannunziano e sugli epigoni di società segrete ed esoteriche che erano state in pieno vigore tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo (Aleister Crowley, la Golden Dawn, sino alle più oscure propaggini nel "nazismo magico"). Memorabili le pagine che si svolgono in una Venezia brumosa sino all'incursione nell'atelier di un oscuro artista, abilissimo falsario, specializzato nella riproduzione di opere pittoriche e scultoree di celebri artisti, ma anche le peregrinazioni nella Berlino del dopoguerra non ancora divisa dal Muro, o perfino la visita al londinese Museo delle Cere di Madame Tussaud.

I personaggi fiction s'incontrano, nel corso della loro indagine, attraverso il racconto fatto da altri o per confronti vis à vis, con personaggi realmente vissuti: in primis, Gabriele D'Annunzio e la marchesa Luisa Casati, musa ispiratrice dello stesso D'Annunzio, ma interagiscono anche con Peggy Guggenheim nella sua splendida dimora veneziana, sulle tracce della "figura di cera".
Nel romanzo si trovano il fascino e le nebbie della narrativa gotica, ma anche lo stile dello scrittore che conosce a menadito il periodo storico in cui colloca la sua narrazione e le radici culturali che lo hanno determinato. Vi è anche - come argomenta acutamente Stefano Priarone, che firma l'introduzione dal titolo "Un burlesque letterario postmoderno" - una rappresentazione della forza del cameratismo tra uomini (il "Compagnonnage"): un po' come nella compagnia che si raccoglie attorno ad Abraham van Helsing per sconfiggere Dracula, in cui le donne sono o vittime o testimone narranti (attraverso il meccanismo del romanzo diaristico ed epistolare), qui i personaggi femminili non sono coinvolti nell'indagine avventurosa dal lato dei "buoni", ma utilizzati solo come rivelatori di testimonianze funzionali alla detection o, eventualmente, come incarnazione del potere e del rischio della seduzione, come anche nel rapporto duale che ripropone il meccanismo della coppia investigativa, incarnata da Sherlock Holmes e dal suo narratore/testimone Watson, vero alter ego dello scrittore. Qui i rapporti duali sono molteplici e dinamici, mentre la voce narrante è unica e ciò serve a conferire omogeneità all'esposizione dei fatti e ai continui cambiamenti di scenario.

Come sempre in tutte le edizioni Gargoyle, è ricchissimo l'apparato di note al testo che sono un complemento essenziale alla lettura, dal momento che consentono un approfondimento storico e bibliografico alla narrazione, non semplici note redazionali ma vere e proprie note di approfondimento vergate dallo stesso autore che è un profondo conoscitore del periodo dannunziano e del Decadentismo che vi è correlato.
Ma sono di grande interesse anche l'introduzione di Priarone già menzionata (soprattutto per l'originale interpretazione del romanzo di D'Anna in chiave di "burlesque" postmoderno) e la postfazione dello scrittore, in cui egli - oltre a raccontare in sintesi, ma incisivamente, la genesi del romanzo, spiega al fedele lettore (quello che lo ha seguito sino alla conclusione dell'opera) le radici di una serie di suggestioni letterarie e di spunti colti, visibili nella filigrana del suo testo.

Si sente la mancanza, a mio avviso, di un elenco dei personaggi e dei rispettivi ruoli come si usava fare un tempo nei volumi della narrativa di genere: il romanzo è breve e fulminante e non c'è il tempo per approfondire bene la conoscenza dei singoli personaggi. Ma in più si potrebbe anche arguire che le difficoltà che qualche lettore potrebbe avere nel focalizzare i singoli personaggi, possa derivare forse dal fatto che essi, a parte qualcuno nuovo ed inedito - in funzione dell'originalità del plot, sono trasposti con tutte le loro caratteristiche dal romanzo di Raven e che, quindi, spostati da un contesto narrativo all'altro hanno un po' meno spessore come personaggi e sembrano essere piuttosto dei "caratteri". Quindi, un tale dispositivo sarebbe stato sicuramente il benvenuto, soprattutto per i lettori che arrivano alla lettura de "La figura di cera", senza aver prima letto il romanzo di Simon Raven.

L’autore: nota bio-bibliografica È nato a Roma nel 1962. Vive e lavora nella sua città natale. Ha curato l'antologia sull'idea di nazione Frammenti d'Italia (Roma 1993). Ha pubblicato Roma preraffaellita. Note su Gabriele D'Annunzio, Diego Angeli, Giulio Aristide Sartorio, per l'Accademia nazionale dei Lincei (Roma 1995), e un saggio sui mutamenti riguardanti scrittura e lettura in epoca contemporanea (e-Book. Il libro a una dimensione, Roma 2001).
Nel 2006 ha pubblicato Una stagione di fede assoluta (Pequod, 2006).Nel 2008 esce il suo secondo romanzo: Saint-Ex (Avagliano, 2008), ipotesi fantasiosa sugli ultimi giorni di vita di Antoine de Saint-Exupéry. Suoi contributi critici sono apparsi su “Nuovi Argomenti” e “L’Urbe”. Ha collaborato come autore di soggetti cinematografici e di fiction per la Rai Tv e come critico per Radio Rai 3.
Dal 1992 lavora all’Enciclopedia italiana Treccani come “redattore-autore”, occupandosi nello specifico della compilazione di un’opera monumentale e sui generis come il Dizionario biografico degli Italiani che, diversamente dai dizionari di altri Paesi, è costituito esclusivamente da voci saggistiche, scientificamente vagliate e scritte.


Dal risguardo di copertina

Londra 1958. Una serie di misteriosi suicidi preludono alla riapertura di un caso risolto forse solo in apparenza, denso di preoccupanti e inaspettati sviluppi. La scomparsa dalla tomba di una marchesa caduta in disgrazia, da poco defunta fra le mura di un appartamento londinese — donna dall’indiscutibile fascino, musa ispiratrice di D’Annunzio, appassionata di occultismo e interprete dei brillanti riti della belle époque — muove i protagonisti, in una corsa contro il tempo, alla ricerca del suo calco di cera da cui ella avrebbe potuto riattingere vita.
Dopo un incontro a Venezia con Peggy Guggenheim, i nostri eroi si vedranno costretti a recarsi a Berlino, in una città che mostra ancora le ferite della guerra e dove sopravvivono gli ultimi scampoli di quelle società segrete che furono legate ai presupposti oscuri e alle origini magiche del nazismo.

Non solo, quindi, un semplice romanzo di genere, ma un racconto che coniuga atmosfere noir e sfondi storici, personaggi reali e derive fantastiche.
Concepito quale omaggio al Morso sul collo di Simon Raven (Gargoyle 2009), La figura di cera è in realtà una sorta di obolo sentimentale che l’autore versa nei confronti dell’horror classico, che riaffiora timidamente non tanto e non solo in chiave letteraria: dai film della Universal a quelli della Hammer, da Vincent Price e Lon Chaney junior a Basil Rathbone e Nigel Bruce, indimenticati interpreti della coppia Holmes-Watson.

Nessun commento:

Posta un commento

Creative Commons License
Frammenti by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at maurcrispi.blogspot.com.